martedì 15 gennaio 2008

'L'ALTRO LATO' DELLA SUMP

Ecco la foto della parte destra del mobile su cui poggia la vasca:

al di là del groviglio di fili elettrici (alimentazione delle pompe di movimento, sonde, elettrovalvola, computer biotopus II, schiumatoio, mandata) si nota in primo piano la bombola di CO2 che alimenta il reattore di calcio e di fianco il reattore di fitoplancton della gro-tech con la centralina di funzionamento.
Non credo siano necessarie ulteriori precisazioni.
Di seguito la foto del primo LPS introdotto in vasca: una bella caulastrea furcata.


martedì 8 gennaio 2008

LA PARTE 'TECNICA' DELL'ACQUARIO

Mi rendo conto che il racconto fatto sin qui dev'essere stato piuttosto noioso, per cui concludo velocemente dicendo che con grandi sforzi e l'ausilio di resine antifosfati e di un nuovo impianto di osmosi inversa sono riuscito a migliorare la qualità dell'acqua che adesso credo sia a livelli quasi ottimali.

Le analisi fatte domenica scorsa mi davano questi valori:

PH 8,1 Kh 12 NH3NH4 assente NO2 assenti NO3 assenti PO4 0,03 mg/l MG 1360 mg/l SI <0,03>

la foto della sump:



il cilindro che si nota sulla sinistra è il filtro antifosfati, contenente resina nophos 101 della ruwal


l'apparecchio nero davanti in basso è un misuratore di ph collegato al reattore di calcio ed all'elettrovalvola che regola l'ingresso della CO2


il reattore di calcio della ELOS è quello che si vede dietro al filtro per fosfati, all'interno della vasca per la riserva d'acqua: non ho trovato altro posto per metterlo


lo achiumatoio si intravvede all'estrema destra è un ELOS NS1000


le tre vasche sul davanti, a fianco della vasca per la riserva acqua, sono attualmente utilizzate come segue: in una cresce della caulerpa racemosa, nella seconda ho posto dei cannolicchi e la terza (dove scarica lo schiumatoio) contiene un filtro meccanico


nella vasca con i cannolicchi c'è la piccola pompa che invia l'acqua nel filtro per fosfati, mentre le pompe del reattore di calcio e dello schiumatoio sono dietro, nella vasca principale.


infine una foto del primo sps introdotto nell'acquario e sopravvissuto, una montipora digitata



mercoledì 19 dicembre 2007

A POCO A POCO LA SITUAZIONE SI NORMALIZZA

IN QUESTI POST STO RIPERCORRENDO IL PERIODO DI MATURAZIONE DELL'ACQUARIO

Ci volle molta pazienza e molta costanza, ma pian piano la lotta contro i cianobatteri ebbe successo. Anche se alla fine mi ritrovai dopo dieci mesi con un acquario abbastanza desolato; la maggior parte dei pesci e degli invertebrati infatti non era sopravvissuta. Tra gli invertebrati sono rimasti: un alcionide, una turbinaria, dei palythoa, una caulastrea furcata e una bellissima catalaphylla: prossimamente pubblicherò sul blog qualche foto.
Per quanto riguarda i pesci purtroppo è sopravvissuto solo un gobiodon okinawa (le mie figlie l'hanno chiamato 'sole') e un pagliaccio, che si è abituato a vivere in simbiosi con la catalaphylla.




lunedì 10 dicembre 2007

LENTAMENTE SI RISALE LA CHINA

LA VASCA ORA HA UN ANNO DI VITA; IN QUESTI POST INTRODUTTIVI STO DESCRIVENDO LE MIE ESPERIENZE NELLA FASE DI AVVIO; SIAMO INTORNO AL SESTO SETTIMO MESE

La situazione era deprimente; una melma marrone, ribollente di bolle (ossigeno) ricopriva le rocce vive, la sabbia, le pompe e gli animali che avevo introdotto in vasca. Incredibilmente un pesce pagliaccio, un gobiodon okinawa, una turbinaria ed un alcionide (la 'mano del diavolo') sopravvissero alla peste marrone.
Ma fu una lotta lunga, ci volle molta pazienza e molta costanza.
Spostai le pompe di movimento in modo da evitare che l'acqua ristagnasse negli angoli dell'acquario e si formassero depositi di detriti; probabilmente anche a causa della morte di vari animali (tra i quali un'oloturia ed un pomodoro di mare!) il livello dei fosfati nell'acqua era aumentato in modo incontrollabile. Utilizzai allora anche un filtro a resine per fosfati, che si rivelò abbastanza efficace; nutrienti in vasca non ne entravano quasi più perchè gli unici pesci rimmasti erano quelli che ho menzionato.
Pian piano, prima in modo impercettibile, poi in modo più vistoso, i cianobatteri iniziarono a 'scollarsi' e a venire in superficie, dove pazientemente li 'catturavo' col retino e li asportavo dalla vasca.

lunedì 3 dicembre 2007

SEMPRE PEGGIO...

prosegue il racconto delle esperienze avute con l'avvio della nuova vasca
sei mesi dall'avvio (attualmente la vasca ha un anno)

Da buon neofita purtroppo diedi retta a chi mi aveva venduto l'acquario e gradualmente ma 'diligentemente' portai il valore del kh a 17.
Nel frattempo nell'acquario avevo introdotto alcuni lysmata (debelius e amboinensis) alcuni paguri, alcune lumache, e alcuni LPS.

Il risultato sugli animali e sulle alghe fu inevitabile.
Gli animali a popco a poco 'sparirono' tutti.
Anche le alghe.
Che furono gradualmente e inesorabilmente sostituite da una 'melma' marrone.
Che in seguito capii, erano cianobatteri.
Dopo sette mesi mi trovavo con un acquario costato un patrimonio popolato da una melma marrone.
Il mio entusiasmo cominciò a vacillare; fui anche tentato di abbandonare tutto per lo sconforto.
Per fortuna non lo feci.

venerdì 23 novembre 2007

QUALCOSA NON VA....

prosegue il racconto relativo all'avvio della vasca: siamo intorno al quarto-quinto mese dall'avvio (attualmente la vasca ha un anno)
Seguii le indicazioni datemi da mr. X riguardo l'utilizzo delle luci. Le prime settimane solo le attiniche, poi, gradualmente, l'accensione delle HQI per un periodo di tempo via via crescente. Tenevo sotto controllo i valori di PH (sonda collegata al biotopus), KH, ammoniaca, nitriti, nitrati e fosfati; per la verità all'inizio ho sicuramente sottovalutato la pericolosità dei fosfati.
Vi chiederete perchè ho iniziato l'esperienza del marino con una vasca così grande; i motivi sono essenzialmente due: 1° perchè da tutte le letture che ho fatto in materia è emerso che più l'acquario marino è capiente, più è facile mantenerlo in un equilibrio stabile e quindi meno è facile che capitino dei disastri; 2° perchè ho pensato che se l'acquariofila mi appassionava veramente (cosa di cui non ho mai dubitato) era inutile prendere una vasca piccola per poi sostituirla dopo un anno o due o, peggio, restare col rimpianto di non avere comprato una vasca più grande. La scelta della marca: mi sono documentato a lungo su internet prima di prendere una decisione; alla fine ho scelto ELOS perchè mi ha convinto sotto tutti gli aspetti, tra i quali anche l'estetico che, nella scelta di un elemento che comunque entra a far parte dell'arredamento della casa, non è di secondaria importanza.
Dopo breve tempo è iniziato lo sviluppo di alghe filamentose; sempre più spesse, sempre più diffuse; formavano un vero e proprio tappeto sulle rocce vive. Introdussi un salarias fasciatus un riccio e alcuni paguri per tentare di limitarne la crescita, inutilmente. Mi rilessi libri e articoli sulla fase di maturazione dell'acquario; in particolare L'ABC DELL'ACQUARIO MARINO DI BARRIERA di Rovero: le alghe dovevano essere lasciate maturare per conto loro, poi sarebbero sparite naturalmente; ma la coltre cresceva.
Venne a casa mia mr. X; propose la soluzione: portare il KH a 17, le alghe muoiono sicuramente! Non avevo mai letto una soluzione del genere sui testi; 'stai tranquillo' mi disse 'l'ha fatto un mio cliente e nel giro di 20 giorni ha risolto il problema delle alghe!'

martedì 20 novembre 2007

INIZIA LA FASE DI MATURAZIONE

Attivate le pompe, ho iniziato l'aggiunta del sale (non ricordo esattamente la marca che mi è stata fornita; successivamente comunque ho usato sale aquamedic ed instant ocean): 33 grammi per litro di acqua. La verifica della densità all'inizio l'ho fatta con un densimetro ad immersione, successivamente ho acquistato un comodissimo rifrattometro milwaukee.
A fine settimana è tornato il mio fornitore (chiamiamolo mr.X) per aiutarmi a montare le lampade e mi ha portato le rocce vive.
Appena arrivate dall'Indonesia.
Ancora imballate ed avvolte nella carta di giornale.
Non spurgate.
Mi permisi di far notare la cosa, ma mr.X mi tranquillizzò dicendo che era una fortuna avere rocce vive appena arrivate e che non c'era alcun problema se non erano state spurgate.
La cosa non corrispondeva alle cognizioni che avevo appreso leggendo libri ed articoli sull'acquario marino, ma non mi permisi di dire altro.
Con l'aiuto di Giovanna (mia moglie) disponemmo le rocce, in base allo schema che avevamo studiato in precedenza. Man mano procedevamo ad estrarre le rocce dalle scatole, avvertivamo odori tutt'altro che gradevoli: organismi marci o in decomposizione, zaffate di ammoniaca, liquami di vario genere; nessun problema, assicurò mr.X.
Poi aggiungemmo la sabbia corallina, sistemammo le lampade ed avviammo le quattro TUNZE guidate dal controller: l'acquario stava cominciando a prendere vita!